Il Capo di Stato Sergio Mattarella celebra la Giornata del libro e del diritto d’autore
“La lettura è una chiave per diventare cittadini del mondo, per conoscere esperienze lontane, per comprendere le contraddizioni e le storture, ma anche per comprendere le grandi potenzialità del mondo che ci circonda, dell’umanità che ci circonda. E’ un modo per far nascere speranze, per coltivarle, per condividerle. L’errore più grande che possiamo compiere è contrapporre le innovazioni e le nuove tecnologie agli strumenti che hanno accompagnato gli studi e la crescita delle generazioni precedenti”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale per la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, presenti i ministri dei Beni culturali, Dario Franceschini, e dell’Istruzione, Stefania Giannini, e una rappresentanza di studenti.
“Il mezzo di distribuzione di un contenuto -ha proseguito il Capo dello Stato- non va confuso con i contenuti. Il libro resta fondamentale, ma non è contrapposto alle versioni in e-book. Così come il quotidiano di carta non può essere opposto al formato oggi disponibile sul tablet, sul cellulare o sul computer“.
“La società dell’iper-connessione, per definizione, dilata le facoltà dell’uomo, con un accesso, senza confini apparenti a nuovi contenuti e appare dischiudere una libertà quasi infinita. E’ come se -ha detto ancora Mattarella- un mondo divenuto più piccolo ci dicesse: la libertà è qui, basta coglierla, non c’è bisogno di alcuno sforzo, il mercato sovrabbonda di merce; ma non tutta è merce di qualità. E invece, tanto più ci avviciniamo alla libertà, tanto più scopriamo che essa è delicata, che merita un’attenzione speciale, che comporta la fatica della responsabilità e dei doveri. La libertà, per radicarsi ed ampliarsi davvero, non può fare a meno della cultura e della coscienza”.
“Il ‘tempo reale’ dell’informazione -ha sottolineato il Capo dello Stato- tende a schiacciare tutto sul presente, con un rapido consumo e veloce abbandono delle notizie e delle emozioni, dei pensieri che esse suscitano. Ma, se gli obiettivi contingenti prevalgono sui progetti e gli investimenti per il domani, noi rischiamo di uniformare il pensiero, di appiattirlo, anziché di accrescere la capacità creativa. Leggere, conoscere, pensare con la propria testa sono antidoti all’omologazione”.
“La lettura non è esercizio alternativo all’uso degli strumenti della modernità e dell’innovazione. Il suo valore rimane inalterato nei diversi supporti che oggi sono disponibili ai cittadini, e particolarmente ai giovani. La lettura genera sapere condiviso, passioni, produce comunità: nostro compito è far diventare le conoscenza una rete attiva. Si tratta -ha concluso Mattarella di una sfida cruciale”.
“Leggere come scrivere è espressione del desiderio interiore dell’uomo della conoscenza”, ha affermato la ministra Giannini, mentre Franceschini, ricordando che il 41 per cento degli italiani legge un libro e l’altro 59 quindi neanche uno, ha sottolineato che questo è “un ritardo che va colmato, che ha radici profonde e storiche”. In particolare il ministro dei Beni culturali si è soffermato sulla necessità di conciliare “l’esigenza della lettura in un’epoca digitale”. In questo senso “la lettura può essere una pausa straordinaria in questo mondo basato sulla corsa e la frenesia”, aiutando così a capire che “la lentezza è un valore”.